Abbigliamento eco-friendly pt.1
Bentrovati con un articolo che trovo veramente interessante, soprattutto perché durante la sua stesura ho scoperto tantissime cose. Oggi quindi focalizzeremo l’attenzione su alcuni brand per l'abbigliamento.
Vi avevo parlato QUI di cosa fosse la "Fast Fashion" e per chi non avesse tempo per l'articolo linkato, faccio un riepilogo veloce.
Cos’è
la Fast Fashion? Il termine indica una moda “veloce” ovvero i brand di moda invece di
produrre quattro collezioni l’anno (primavera, estate, autunno, inverno) ne
producono cinquantadue. CINQUANTADUE!
Non
scherzo.
Una collezione costituita da maglie, jeans, cappotti, accessori, un numero incalcolabile. Ma chi ci rimette in tutto questo? Ricordate che in ogni cosa c’è sempre qualcuno che ne paga le conseguenze. A pagare, in realtà, sono i lavoratori che non godono di un salario o condizioni di lavoro, igienico-sanitarie adeguate. Questo perché le aziende spostano la produzione in regioni, zone che hanno una manodopera a basso costo, dove non vige la tutela dei diritti umani. Nessuno viene tutelato. E lavorare serve, lo sappiamo.
Come si può intervenire? POTERE D’ACQUISTO. Cioè io consumatore decido cosa comprare, dove comprare e come. Io consumatore posso decidere di acquistare da realtà locali, artigiani, brand trasparenti ed ecosostenibili e di alcuni ne parlerò oggi.
1. Patagonia
Marchio sportivo americano che ha deciso di utilizzare materiali riciclati per i propri capi. Molto attento alla salute del pianeta e della sua popolazione, ha all'attivo diverse campagne di sensibilizzazione. Inoltre sostengono associazioni no profit per la salvaguardia del pianeta. QUI trovate tutte le loro iniziative. I materiali utilizzati sono cotone, poliestere riciclato (vi scriverò un articolo su questo), canapa, nylon, lana riciclata (per maggiori informazioni tutti i materiali usati li trovate QUI).
Link: https://eu.patagonia.com/it/it/home/
2. Kings of Indigo
Brand olandese, specializzato in jeans. Ha a cuore non solo il pianeta, ma anche i lavoratori e gli animali. Per le tinture dei capi viene usato l'indigo e prediligono fibre naturali come cotone, lino, canapa, lana riciclata. QUI c'è tutta la storia del brand e la loro politica.
Link: https://www.kingsofindigo.com/
3. Lazzari
Azienda a conduzione familiare, tutta made in Italy. Attenti alla sostenibilità e all'handmade. La storia completa la trovate QUI
Link: https://www.lazzarionline.com
4. Alipinta
Anche questo made in Italy, precisamente Sardegna. Specializzati nella produzione di capispalla femminili. La manifattura è locale grazie a lanifici italiani, proprio per questo i pezzi sono unici e limitati.
Link: https://www.alipinta.it
5. Ecoalf
Brand spagnolo eco-sostenibile, i prodotti sono in materiali riciclati, in particolare poliestere, lana, cotone e nylon, poiché sono contro la sovrapproduzione di nuovi capi d'abbigliamento. Attenti agli oceani, al pianeta e alle persone.
Link: https://ecoalf.com/en/
6. The Reformation
Sono specializzati nell'utilizzo e riutilizzo di fibre con tecnologia avanzata. Hanno eliminato le emissioni di CO2 nell'atmosfera. Le fibre vengono classificate in base alla sostenibilità.
https://www.thereformation.com/
7. Armed Angels
Marchio tedesco. Hanno l'iniziativa DetoxDenim che consiste nel creare jeans in cotone e privi di sostanze chimiche dannose per l'organismo, come ad esempio il cloro. Avete presente quando comprate alcuni pantaloni e vi ritrovate le gambe del loro colore? A me successe con un jeans, avevo le gambe blu, da lì capii che c'era qualcosa che non quadrava... I bottoni sono fatti evitando l'utilizzo di metalli pesanti (anche a questo non avevate pensato vero?). Inoltre il cotone utilizzato ha una certificazione importante che assicura una produzione con risparmio di acqua (in quanto la coltivazione di cotone - anche biologico - richiede grandi quantità di quest'ultima). Comunque oltre ai jeans hanno diversi capi tra cui scegliere.
Link: https://www.armedangels.de/en/
Link: https://www.peopletree.co.uk/
Pics: Le foto sono prese dai rispettivi siti d'abbigliamento.
N.B. Non ho collaborazioni con nessuno dei marchi citati in questo articolo.
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