Tattoo: Arte o... pt.1

agosto 22, 2020

 


Navi, pirati e patti di sangue, tesori e "marchi" per identificare l’appartenenza ad una ciurma.

Ma i tatuaggi come sono nati? Qual è la loro storia?

L’articolo che vi propongo oggi costituirà solo un’introduzione all’argomento. Inizialmente vedremo la storia e i significati di alcuni tatuaggi. Nella seconda parte che verrà pubblicata in seguito, invece, parleremo dell’aspetto medico del tatuaggio e se questo può costituire un pericolo per la salute. Infine nella terza parte vedremo il tatuaggio all'henné. 


 ⚠ N.B. Le immagini sono a puro scopo dimostrativo. Non approvo e non condivido assolutamente forme di odio o razzismo! E non credo in nessun tipo di supremazia etnica, anzi chi legge il blog e si sente "superiore", può anche fermarsi qui e andarsene. Grazie.


TATUAGGI? PRIMA UN PO’ DI STORIA…

La parola tatuaggio nasce da tatau una parola samoana che fu introdotta nel linguaggio corrente dalla spedizione di James Cook (vedi più avanti). Le prime forme di incisione permanente su pelle risalgono addirittura al Neolitico. Storicamente parlando, il primo essere umano tatuato, ritrovato dagli studiosi, fu la mummia del Similaum, chiamata Otzi. Esso aveva ben 61 tatuaggi, costituiti da punti, linee, molto rudimentali, poiché venivano effettuate incisioni sulla pelle, ricoperte poi con carbone.    

Altri antichi tatuaggi furono trovati in popolazioni dell’Oceania e dell’Asia sud-orientale. È particolarmente importante in Polinesia e Nuova Zelanda, dove le popolazioni Maori usano tatuarsi il Moko, tatuaggio tradizionale del volto, dove ogni segno indica un episodio della vita di chi lo porta. Le donne invece hanno un simbolo sul mento che simboleggia il loro legame con un guerriero Maori.

Un altro tatuaggio sempre della popolazione Maori è il Kirituhi, che significa “arte della pelle” ed è molto più comune del precedente, anche qui in Europa. Il Kirituhi può essere fatto da tutti, mentre il Moko no, solo da uomini e donne Maori perché altrimenti si offenderebbe la loro cultura.


C’è da sottolineare che per i Maori i tatuaggi sono molto importanti, quasi diventassero parte dello spirito di una persona.

Tra i Kirituhi più famosi:

Toki, spesso tatuato sulla spalla, indica controllo, coraggio e forza. 


Pikorua, in genere sulla schiena, fusione spirituale di due persone per la vita. 

Koru: forza, crescita. Di questo tatuaggio esistono delle varianti, si cominciamo comunque sempre dal cerchio e poi si decora.

Spostandoci in Cina invece, nell’antichità i tatuaggi erano considerati volgari ed erano spesso associati a banditi. Anche i ladri e gli schiavi venivano tatuati per indicare il loro status nella società.

Per quanto riguarda l’Europa, oltre il già citato Otzi (ritrovato tra l’Italia e l’Austria), i tatuaggi furono praticati anche da Romani e Greci, su schiavi e prigionieri di guerra. 

In Gran Bretagna, nel 1769, James Cook riportò nei suoi scritti, che arrivato a Tahiti notò disegni e simboli sul corpo di uomini e donne indigeni e l'arte di tatuarsi descritta come pratica molto dolorosa. Questi tornò portando con sé un indigeno, mentre il botanico di bordo e i marinai, tornarono in patria tatuati. Nel diciannovesimo secolo i tatuaggi erano ancora considerati più adatti ai criminali e ai marinai che non all’alta aristocrazia. Nonostante ciò, gli studenti praticarono quest’arte dal 1840.


                                                  


Spostandoci nuovamente, arriviamo in Giappone, dove il tatuaggio fino al diciassettesimo secolo era ancora appannaggio di criminali, prostitute e ladri. Nel 1868 fu vietata questa pratica, descrivendola come barbara e poco rispettabile. Fu resa legale solo nel 1948, ma comunque sempre associata a criminali o affiliati della yakuza. Oggi neanche questi ultimi si tatuano, per evitare di essere riconosciuti.

Tatuaggio in giapponese viene detto Irezumi. I tatuatori tradizionali, a differenza di quelli moderni, disegnano a mano libera, quindi senza stencil, partendo dai contorni e in una seconda fase, il disegno viene riempito. È una tecnica molto dolorosa.



Alcuni dei tatuaggi della cultura giapponese:

  • Piante e fiori come bamboo, crisantemi, fiori di ciliegio;


  • Personaggi del folklore giapponese, geishe; 


  • Tengu ovvero delle divinità della cultura giapponese;
  • Onde e nuvole; 
  • Creature mitologiche come draghi, kirin, tigri, serpenti.
 


E in America? Uno dei primi tatuatori ufficiali fu Martin Hildebrandt, immigrato tedesco che nel 1846 si stabilì a Boston e tatuò i soldati che combatterono la Guerra civile americana.

Nel 1891, Samuel O’ Reilly modificò la penna elettrica di Thomas Edison, ottenendo il primo apparecchio per tatuaggi.  In questa epoca le donne circensi erano tatuate.  


                                            
    

Dagli anni ‘60 in poi il tatuaggio ha subìto una rinascita ed ora, grazie alla presenza di sempre più artisti e mode è diventato uno status symbol, stavolta anche per le classi sociali benestanti.

Ci sarebbe molto altro da dire sulla storia del tatuaggio!

In sintesi quindi i tatuaggi sono entrati ormai da anni nella nostra cultura, una cosa che però molti non sanno è il significato che vi si attribuisce. Infatti una frase, un nome o una particolare parola hanno senso per chi si tatua, ma quando si seguono le mode, ci si può anche tatuare qualcosa con un significato tutt’altro che felice. Ad esempio, sapete che alcuni tatuaggi sono tipici dei detenuti?

Il tatuaggio è usanza anche nelle carceri, talvolta usato per indicare l’appartenenza ad uno specifico gruppo presente all’interno di queste. 

  • Valknut: tre triangoli uniti. In Svezia è associato alla divinità Odino e simboleggiava il suo potere. È  usato erroneamente come simbolo indicante la supremazia bianca, da nazionalisti tedeschi;

  • ACAB: sta per “All cops are bastards” sigla usata da attivisti e non, per indicare particolari episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine; 
  • Coppia di fulmini neri: simbolo preso dalla Germania nazista, anche questo indica supremazia bianca;
  • Numero 88: H è l’ottava lettera dell’alfabeto. Due 8 stanno per "Heil Hitler"; 
  • Lacrime: in alcune zone, una lacrima significa che chi la indossa ha ucciso qualcuno. Può significare anche che lui o lei ha perso qualche amico caro o un componente della famiglia;

                                                     
  • Nomi di gang e simboli: alcuni detenuti si tatuano il nome della propria gang sul corpo in lettere ornamentali. In alternativa, optano per un simbolismo più segreto. I simboli delle gang indicano la fratellanza a cui il detenuto presta giuramento;
  • Numeri: sono un altro modo per sottolineare l’affiliazione ad una gang. Di solito il numero rappresenta la zona da cui proviene il prigioniero, il numero 13 sta per la lettera M (la tredicesima dell’alfabeto) ed è anche un riferimento all’uso di marijuana o ad una gang chiamata MS13;
  • Puntini: tre puntini, sulla mano o sul viso, significano “mi vida loca” e collegano chi li indossa con la vita in una gang. I puntini sulla mano o all’angolo dell’occhio rappresentano anche la Trinità. Cinque puntini, rappresentano il tempo passato in prigione: quattro sono le mura della prigione e il quinto  puntino all’interno è il prigioniero.  I cinque puntini nello specifico, si riferirebbero anche alla gang nella zona di Chicago chiamata "People Nation". Il simbolo è collegato al di sopra della mano tra il pollice e l’indice;
                                                 
  • Catene e lucchetti: significa perdita della libertà;
  • Clessidra: significa "in prigione";
  • Orologio: rappresenta il tempo infinito che trascorre mentre si è rinchiusi;
  • Stringhe di numeri: ID del detenuto;
  • Ragnatela: vari significati. Se con la ragnatela c’è un ragno rappresenta la tossicodipendenza, essere intrappolati o catturati.
  • Navi: senso di avventura o amore per la libertà. Potrebbe significare che il prigioniero sta cercando una via di fuga.

CARCERI RUSSE 

In Russia i carcerati danno un significato preciso ai propri tatuaggi, a differenza di quelli americani il cui significato può variare in base al blocco di appartenenza. 


  • Filo spinato: indica che chi lo indossa ha ricevuto l'ergastolo senza condizionale. In diversi Paesi alcune persone che trascorrono tempo in prigione si fanno questo tatuaggio che rappresenta il numero di anni in cui stanno scontando la pena. È anche usato per identificare detenuti che hanno trascorso la propria vita in prigione; al di fuori può indicare che la persona non si apre facilmente o ha un pessimo carattere.

  • Figure religiose: Questi tatuaggi potrebbero indicare che si è criminali dall’infanzia, non è raro trovarle sui corpi dei detenuti;
  • Una croce o un gatto indicano un ladro; 
  • Boia: denota una persona che ha commesso un omicidio su commissione.


WE ARE PIRATES! 

E i pirati cosa c’entrano? So che questo vi rovinerà la giornata, ma purtroppo non ci sono dati che attestino la presenza di tatuaggi sul corpo dei pirati. Il viaggio del capitano James Cook avvenne DOPO l’età d’oro della pirateria, tra l’altro questo periodo ci fu 300 anni fa, mentre il tatuaggio è conosciuto ufficialmente da 240 anni. Tuttavia, come detto sopra, una forma arcaica di marchio esisteva già nell’antichità, ben prima della spedizione di Cook, quindi non possiamo neanche escluderlo del tutto. 

Ma una cosa è certa: sia marinai che altri criminali erano tatuati e alcuni tra i simboli più gettonati erano sono elencati qui sotto.

  • Àncora: indica un ruolo specifico oppure che si è attraversato l’Atlantico. Oggi l'àncora rappresenta la salvezza e la stabilità;
  • Rondine: indica che chi la porta è esperto nella navigazione o che è stato in mare;

                                                 
  • Stella nautica: ha 5 punte con delle zone in ombra. I marinai navigavano sfruttando il cielo, la conoscenza degli astri, del sole e dei venti.
                                          
  • Sirene e pin-up
  • Dragone: marinaio che ha lavorato in Asia
  • Tartaruga: È associata alla cerimonia di iniziazione che commemora il passaggio all’Equatore. In passato, si sottoponevano le matricole a queste prove, alquanto umilianti…
  • Jolly Roger: la tipica bandiera nera col teschio bianco
  • Arpione: indica un membro di una nave da pesca
  • Armi come pistole e cannoni
 

Si conclude qui la parte storica, spero vi abbia incuriosito, ci rileggiamo nel secondo articolo. Come al solito, vi rinnovo l'invito a condividere e lasciare commenti. Grazie.


⚠ N.B. Le immagini sono a puro scopo dimostrativo. Non approvo o condivido assolutamente forme di odio o razzismo! E non credo in nessun tipo di supremazia etnica, anzi chi legge il blog e si sente superiore, può anche chiudere la pagina. Grazie


Foto: Unsplash, web (per i credits, passare il cursore sull'immagine)

Ellestclaire©

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